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mercoledì 30 giugno 2010

Pisa, città in vendita ai privati

Rosamaria Greco
Non ha dubbi Salvatore Settis sulle conseguenze che il federalismo demaniale porterà con sé. “Siamo davanti a uno svuotamento e smantellamento dello Stato solo per fare cassa” ha dichiarato il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, spiegando che il trasferimento dei beni del demanio dello Stato agli enti locali rappresenta soltanto il primo passo verso l’obbiettivo finale: “La mercificazione dello Stato”. Secondo quanto stabilito dal decreto, dopo aver individuato beni di sua proprietà inutilizzati, lo Stato potrà attribuirli a titolo non oneroso a Comuni, Province e Regioni che ne facciano richiesta: parti di demanio marittimo, idrico, aree e fabbricati potranno così passare alla competenza degli enti locali. Se a prima vista può apparire ragionevole attribuire beni inutilizzati dallo Stato alle realtà territoriali, Settis con un solo esempio - quello del museo di Valle Giulia a Roma inserito nella lista dal decreto - svela i problemi e i rischi di questa scelta: “Se fosse una fonte di reddito per lo Stato questo non avrebbe bisogno di alienarlo, se invece non lo è e lo cede ad esempio al Comune di Roma, già in difficoltà economica, come potrà sobbarcarsi i costi di manutenzione?”. A Pisa sono 44 i fabbricati e i 23 terreni inseriti nella lista (ancora provvisoria) dei beni che lo Stato renderà disponibili ai Comuni. Sebbene il compito dell’amministrazione sia quello di utilizzare i beni incamerati a fini pubblici, fatta eccezione per spiagge, miniere e fiumi, i beni potranno infatti anche essere venduti e il ricavato dovrà essere utilizzato per risanare i conti pubblici. Fra i beni pisani individuati nella lista resa nota nei mesi scorsi troviamo la Cittadella, che da circa un mese è stata acquistata dal Comune, Palazzo Mosca, edifici e terreni nell’area di Coltano, la Domus Galileiana, a cui però l’amministrazione non sarebbe interessata proprio in virtù delle onerose spese di gestione che ne deriverebbero. A chiudere l’elenco gli edifici e terreni dell'ex villaggio veneto Don Bosco, la polveriera di Barbaricina, l’immobile dell’asilo “L’Isola delle Farfalle” in via Lucchese, l’area verde delle Piagge, numerosi terreni posizionati su Lungarno Guadalongo e in via Pisano. A preoccupare il Direttore della Normale sembra essere soprattutto l’eventuale passaggio di terreni ai privati che oggi fanno parte del demanio statale: il rischio è quello di diventare “uno Stato senza più territorio”.

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