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sabato 26 giugno 2010

Roma, balneabili il 96% delle coste

Rino Logiacco
Il 96% delle coste che circondano la Penisola e delle isole del Belpaese è balneabile. Ma le spiagge "promosse" si riducono di 9 km rispetto al 2008.
E' quanto emerge dal Rapporto 2009 sulle acque di balneazione. I risultati del monitoraggio evidenziano che dei 5.175 km di costa sottoposti a controllo, sui 7.375 km di costa italiana, ben 4.969 km sono balneabili. I restanti 2.190 km non sono considerati balneabili, in quanto non accessibili al monitoraggio (scogliere o luoghi impervi), o perchè porti o foci di fiumi.
Della costa controllata soltanto un km non è stato sufficientemente campionato, mentre per tutti gli altri "abbiamo trovato 4.969 km di costa balneabile, vale a dire 9,1 km in meno rispetto all'anno precedente. E 224,3 km interdetti temporaneamente alla balneazione perchè inquinati", spiegano dal ministero della salute.
Dal rapporto 2009 sulle acque di balneazione emerge che l'Italia e' lo Stato europeo con il maggior numero di spiagge. Con 4.921 siti di balneazione sui 13.741 di tutti i Paesi europei, il nostro rappresenta il 35,8% di tutte le coste balneabili del vecchio continente. I siti balneabili italiani sono i più controllati d'Europa perchè di fatto il nostro Paese ha, da oltre venti anni, adottato i criteri più restrittivi della direttiva europea che ha finora disciplinato il settore, tanto che il 90,8% dei suoi siti balneari è conforme ai valori guida dei parametri microbiologici contro la media dell'89% in Europa. Se invece consideriamo i valori obbligatori, meno restrittivi dei valori guida, l'Italia ha una copertura del 92,2% contro una media europea del 95,6%: quest'apparente discrasia è spiegata dall'evidenza che il nostro Paese esercita un numero di controlli per chilometri di costa superiore a quello di tutti gli altri Paesi: infatti l'Italia controlla tutta la costa, e non soltanto i siti adibiti alla balneazione come fa la maggior parte degli altri Stati europei, attraverso una rete di monitoraggio capillare (punti di campionamento ogni 2 km) e un periodo di campionamento in assoluto più lungo: sei mesi l'anno. Inoltre il nostro Paese, per tutelare la salute dei cittadini, vieta la balneazione nelle zone inquinate e ne consente la riapertura solo a seguito di risanamento ambientale ed esito favorevole delle analisi eseguite per un intero periodo di campionamento. Ci significa che, a differenza degli altri Stati membri che non applicano i seguenti criteri cautelativi, l'Italia denuncia 302 siti come vietati alla balneazione. Un altro elemento esplicativo dei risultati italiani sta nella densità di popolazione costiera, che è la più elevata del continente europeo e che conseguentemente porta un carico ambientale biologico necessariamente più alto.

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